«Se principe del Foro non è proprio pane per i tuoi denti, tuttavia un qualche nome te lo dovrai fare. Per il nome che ti devi fare, fa un po’ tu! Io mi limito a dirti quali sono i nomi che ti devi guardar bene dal farti!
Allora cominciamo la filastrocca. Non acquistar nome di avvocato dei poveri. Non acquistar nome di avvocato cane per la povera umanità che tosse. Non acquistar nome di smemorato di Collegno. Né di avvocato crescipena.
Né d’avvocato delle cause a vita. Né di avvocato bugiardini. Né di….
Be’, fra tanti e tanti nomi che non devi farti, ce n’ho anche uno che dovresti proprio aver a cuore di farti. Molto bello. Vuoi che te lo dica? Promettimi però che tenderai tutte le tue forze a farti un tal nome. Bada che ci vuoi costanza! E ci vuole anche coraggio, perché è un po’ giù di moda? È come una sfida ai tempi che corrono. Una sfida contro la pessima reputazione della classe avvocatesca.
Tu però non badar a mode, e non star dietro alle chiacchiere e a certo motteggiar che sa di tragico. Il nome che tu devi ambir di farti…. Lascia pur blaterare che sa d’anticume; che non è redditizio; che se tutti si arrangiano, è stupido chi non si arrangia…. Il nome che devi ambir di guadagnare, è questo: avvocato galantuomo. Vale quanto avvocato principe. Anzi, vale di più di qualsiasi altro titolo.»
una lettura deontologicamente necessaria.
continua così col tuo blog, che aggiungo ai segnalibri…